Nasce il “Laboratorio Rabin” per smontare i pregiudizi su Israele

Nasce “Laboratorio Rabin”, per smontare i pregiudizi

su Israele, sionismo, antisemitismo e conflitti in Medio Oriente.

 

L’iniziativa è stata presentata il 3 mattina a Roma, alla Camera dei Deputati

 

Uno spazio di approfondimento e di conoscenza, al di là dei pregiudizi, su Israele, sionismo, antisemitismo, sui conflitti in Madio Oriente e sul ruolo dell’Occidente. Un luogo di formazione e di analisi, perché “è vero che la cultura da sola non basta ad avviare un percorso di convivenza, ma è certo che l’ignoranza non porta alla pace, alimenta disprezzo e rende complicato il riconoscimento dell’altro”.

È stato presentato a Roma, nella sala stampa della Camera dei Deputati, il Laboratorio Rabin, su iniziativa di un gruppo di donne e uomini della cultura, della politica, delle professioni, con differenti profili accademici e politici, che condividono un comune impegno nella ricerca e nell’attivismo. Il Laboratorio Rabin si ispira a valori e idee di fondo coerenti con il Manifesto di Sinistra per Israele, dal seno della cui organizzazione il Laboratorio nasce e insieme alla quale intende svilupparsi. L’obiettivo è quello di dar vita a una serie di attività che si realizzeranno a partire dai prossimi mesi, secondo un programma che sarà aggiornato man mano sul sito www.laboratoriorabin.eu e che prevede lezioni, seminari, podcast, presentazioni, incontri pubblici, altre occasioni di divulgazione.

L’incontro è stato aperto da Massimiliano Boni, uno dei promotori del Laboratorio: “Questa iniziativa nasce per l’esigenza di elaborare risposte alla complessità del tempo attuale – ha sottolineato Boni – contro pregiudizi e stereotipi che questi mesi e le ultime settimane hanno dimostrato essere presenti diffusamente nella sinistra radicale e nella destra, anche quella al governo”.

Per Simone Oggionni, un altro dei promotori, “nel Laboratorio Rabin ci sono persone con sensibilità politiche e culturali diverse, ma accomunate da alcuni presupposti fondamentali: il percorso verso due popoli e due stati per israeliani e palestinesi, la critica senza sconti al governo Netanyahu incapace di lavorare per il dialogo e per la convivenza, la lotta contro ogni tipo di antisemitismo unita alla affermazione radicale del diritto all’esistenza dello stato d’Israele”.

Alessandra Tarquini, docente di Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma e membro del Comitato Scientifico, “c’è la necessità di contrastare una narrazione ormai predominante sul conflitto israelo-palestrinese, che è una delle vicende più complesse del mondo contemporaneo. Troppe volte il confine fra antisionismo e antisemitismo è diventato talmente labile da produrre giudizi confusi e prese di posizione inaccettabili, per questo è necessario uno strumento come il Laboratorio”.

L’intervento di chiusura è stato di Lia Quartapelle, deputata Pd e animatrice del Laboratorio e di Sinistra per Israele. “La figura di Rabin, poco conosciuta dai giovani, è quella di un politico di sinistra che da sinistra ha difeso la sicurezza di Israele, ha aperto al dialogo e alla convivenza con i palestinesi, ha avviato un processo di pace interrotto brutalmente, ma ancora valido. Il Laboratorio – ha aggiunto Quartapelle – è un contributo piccolo, ma concreto, nato dopo il dramma del 7 ottobre. Ora aspettiamo che anche da altre prospettive culturali e politiche arrivino iniziative di questo tipo: a sostegno di Israele, della convivenza fra i due popoli, della cessazione di un conflitto sanguinoso che non ha ancora trovato una via d’uscita pacifica”

Video della diretta dalla Camera: “Presentazione dell’iniziativa laboratorio Yithzak Rabin – Conferenza stampa di Lia Quartapelle”


Comments

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *